
La transizione energetica non passa solo dai tetti degli edifici pubblici. In Alto Adige, la Provincia ha scelto di valorizzare anche i parcheggi, trasformandoli in spazi produttivi di energia rinnovabile. È questa la novità più rilevante introdotta con la delibera provinciale del 26 agosto 2025, che prevede contributi destinati alle Pubbliche Amministrazioni per installare impianti fotovoltaici sia su edifici sia su coperture dedicate ai parcheggi. Questo significa che luoghi considerati “di servizio”, come i parcheggi, diventano ora veri e propri strumenti per ridurre costi e emissioni, con un impatto diretto sulla qualità della vita urbana.
Contributi e obiettivi al 2037
Gli incentivi sono differenziati: 30% per i pannelli solari su tetti pubblici e 40% per i parcheggi coperti con fotovoltaico, includendo anche le strutture di copertura. Un aiuto che permette agli enti locali non solo di installare nuovi impianti, ma anche di farlo riducendo in modo sostanziale l’impegno finanziario diretto. Non si tratta di piccoli sgravi: la copertura fino al 40% rende sostenibili progetti che, fino a ieri, sarebbero stati troppo onerosi per molti Comuni. Inoltre, finanziare anche le strutture di copertura significa dare nuova funzione a spazi che, altrimenti, resterebbero passivi e sottoutilizzati.
Questa misura si inserisce nel quadro del Piano Clima Alto Adige 2040, che fissa obiettivi ambiziosi: portare la quota di energia rinnovabile al 75% entro il 2030 e all’85% entro il 2037. Per raggiungerli, sono previsti 400 MW di nuova capacità fotovoltaica entro il 2030 e altri 400 MW entro il 2037. Per avere un’idea della portata, 400 MW equivalgono a centinaia di impianti di medie dimensioni. È un salto quantitativo ma anche qualitativo: l’Alto Adige diventa laboratorio nazionale di come coniugare obiettivi climatici e sviluppo territoriale.
Perché la novità è rilevante
La misura introduce un elemento mai visto prima: i contributi possono coprire anche le spese correnti, aprendo così la strada a soluzioni di leasing operativo. Le amministrazioni possono quindi mettere a disposizione aree adeguate senza dover sostenere tutto l’investimento iniziale. L’energia prodotta potrà essere utilizzata direttamente per i consumi interni, immessa in rete o condivisa all’interno di Comunità Energetiche Rinnovabili. È un cambio di paradigma: non più solo il classico modello “spendo oggi per risparmiare domani”, ma la possibilità di attivare progetti anche in assenza di fondi propri, grazie a formule innovative. Così si amplia il numero di enti in grado di partecipare alla transizione energetica.
Prime applicazioni concrete
Già a settembre, sono stati segnalati i primi interessi da parte di enti locali e comunità energetiche intenzionate a presentare domanda. La scadenza fissata per quest’anno è il 1° ottobre 2025, e molte amministrazioni stanno valutando come inserire queste opportunità nei propri piani di riqualificazione energetica. Nonostante la prima finestra sia già chiusa, il vero valore sta nell’apertura di un percorso pluriennale. I Comuni più rapidi hanno fatto da apripista, ma nei prossimi mesi si potrà valutare l’impatto delle prime candidature e prepararsi al meglio alle edizioni successive.
Un modello replicabile
Il caso altoatesino mostra come le aree già urbanizzate possano diventare una risorsa energetica senza nuovo consumo di suolo. I parcheggi, in particolare, si trasformano da spazi passivi a infrastrutture attive, capaci di ridurre i costi energetici e aumentare l’autonomia degli enti pubblici. Qui il messaggio è forte: non servono sempre nuove aree o grandi investimenti “greenfield”. Si possono rigenerare superfici esistenti, riducendo l’impatto ambientale e creando valore immediato per comunità e istituzioni.
Per Solexpert, che accompagna imprese e pubbliche amministrazioni nella scelta e gestione di impianti fotovoltaici, questa iniziativa conferma una tendenza chiara: la sostenibilità passa sempre più dall’uso intelligente degli spazi esistenti. Oggi i parcheggi possono diventare il simbolo di un nuovo approccio, dove energia, innovazione e comunità si incontrano in un modello virtuoso e replicabile. Il ruolo di operatori esperti sarà fondamentale per tradurre queste linee guida in progetti concreti.
Non basta l’incentivo: servono competenze, pianificazione e visione strategica.